
iamamiwhoami - b o u-1 u-2 n t y diretti da Viktor Kumlin (?)
Un modo rivoluzionario per utilizzare i videoclip sfruttando internet. La sua saga è durata un anno e mi sembrava il caso di omaggiarla per intero considerandolo come un unico grande videoclip dell'anno.

Sebastien Tellier - Look diretto da Petra Mrzyk e Jean-François Moriceau
Animazione minimalista e sensuale, un piano sequenza segue una camminata nelle sue evoluzioni e metamorfosi.

Arcade Fire - The Wilderness Downtown (We Used To Wait) diretto da Chris Milk
Secondo video non tradizionale della classifica. Un esperienza visiva e tecnologica coinvolgente e liberatoria.

M.I.A – Born Free diretto da Romain Gavras
Un vero e proprio cortometraggio, shockante e violento.

Arcade Fire - The Suburbs diretto da Spike Jonze
La vita nei sobborghi rappresentata come una prigione.

Liars - Scissor diretto da Andy Bruntel
Una favola claustrofobica.

Lady Gaga – Telephone feat. Beyoncé diretto da Jonas Akerlund
Thelma e Louise incontra Kill Bill per il sequel di Paparazzi.

Kanye West - Runaway diretto da Kanye West
Terzo video non convenzionale della classifica, un vero film sulla breve vita di una fenice.

Massive Attack - Psyche diretto da Dougal Wilson
Fantasmagorie in città deserte.

Florence + the Machine - Cosmic Love diretto da Tom Beard e Tabitha Denholm
Giochi di luce e fotografia veramente notevoli.
Buon anno a tutti e forse questo sarà il mio ultimo post (e resterà on-line tipo 4 ore) visto che quei simpaticoni di netsons hanno deciso di eliminare quasi tutti i servizigratuiti a meno che non si paghino 15 € l'anno o si abbiano millemila contatti al mese.



Burlesque: Sorpresa sorpresa, Burlesque non fa schifo ma anzi è un film medio d’intrattenimento che fa bene il suo lavoro. La storia non è di certo originale, non è che un mix tra Le ragazze del Coyote Ugly e Chicago con una prevalenza del primo sul secondo (certe scelte narrative sono pari pari come il furto a casa dalla protagonista per fare un esempio, ma le situazioni simili sono comunque tante). Cosa salva il film? Senza dubbio l’ottimo cast, non l’Aguilera che comunque non è proprio pessima, ma Cher, Alan Cumming, Kristen Bell, Stanley Tucci e il cameo di Dianna Agron, e soprattutto le canzoni e i numeri musicali. Ovviamente questi ultimi con il Burlesque hanno poco e niente a che fare, tolto il numero di Alan Cumming che è una sorta di versione aggiornata di Two Ladies da Cabaret, ma son comunque buoni e non semplici videoclip inseriti nel film in modo un po’ random. Sicuramente un paio di canzoni son messe dentro giusto da contratto, la seconda canzone di Cher ad esempio è quasi inserita a forza giusto per dare un altro pezzo alla cantante.
Homme au bain: Di solito mi piace il cinema di Honoré (in particolare Les chansons d'amour), mentre questo suo ultimo lavoro non mi convince del tutto e da l’idea di essere quasi incompiuto. Dopo un introduzione che definisce in pochi passaggi, soprattutto visivi, i personaggi (dal mezzo stupro alle varie foto hot in giro per la casa) il film si divide come si dividono le vite dei due protagonisti. La parte con Omar Ben Sellem ricorda molto le atmosfere dei precedenti film del regista con un buon lavoro di combinazione di musica e immagini, la storia da questa parte segue Chiara Mastroianni che interpreta praticamente se stessa in giro per gli Stati Uniti. L’altra parte del film si modella sul pornodivo François Sagat, lavorando sulla sua immagine, sul suo corpo mostrato, trattato da una parte come un’illustrazione di Tom of Finland finendo col risultare un personaggio kitsch come diceil professore inglese del film. Questa parte per quanto visivamente al servizio dell’attore, quest’ultimo non dimostra però una profondità espressiva sufficiente per giustificare le azioni del suo personaggio e certi suoi atteggiamenti quasi alla Lost in Translation.
Cyrus: Commedia americana col giusto livello di cattiveria il cui pregio maggiore sta nelle interpretazioni dei 4 attori protagonisti. Mentre la prima parte del film potrà sembrare un po’ fredda e non troppo brillante da metà in avanti ingrana e passa all’attacco con trovate divertenti e intelligenti e dialoghi ottimi. Si poteva fare di più, soprattutto nella prima parte ma resta comunque un prodotto di buon livello.
Maska: il nuovo lavoro dei fratelli Quay basato su un racconto di Stanisław Lem si porta dietro tutto il fascino dei precedenti lavori del duo aggiungendo una nuova attenzione straordinaria per l’apparato luminoso e aggiungendo una narratività insolita per i due registi.
The Legend of Beaver Dam: Io personalmente penso che l’accoppiata horror/musical sia geniale. E questo cortometraggio ne è un ulteriore prova. La classica storiella horror con i bambini nel bosco minacciati dal mostro di turno si trasforma in un musical esilarante con trovate geniali degne di Edgar Wright. C’è da sperare di vedere questo regista alle prese con un lungometraggio il prima possibile.
This Movie Is Broken: abbiamo la commedia indie-pucci del festival dell’anno (l’anno scorso l’ambito premio(?) era di Breaking Upwards). Più che un film è un mega videoclip per i Broken Social Scene. L’idea molto carina di alternare al live della band in Toronto ad una storia d’amore che gira appunto attorno al concerto. Storia d’amore che prende delle pieghe piuttosto insolite però per questo genere di film. Il risultato è piacevole, soprattutto se si conoscono le canzoni della band.