mercoledì 4 febbraio 2009

A novembre 30 giorni con april giugno e settembre di 28 tu lo sai che ce n’è uno tutti gli altri, amore, ne hanno 31

Gaetano Morbioli, insieme a Marco Salom e Cosimo Alemà, è uno dei più prolifici registi di video italiani ma a differenza dei suoi due, onnipresenti, colleghi, che nonostante tutto dimostrano di saper tranquillamente spaziare tra la mediocrità suprema a delle ideuccie intelligenti (soprattutto il secondo), lui sforna regolarmente robette sconclusionate e, diciamolo, brutte. Come il recente video Stai fermo lì di Giusy Ferreri.


Partiamo col dire da subito che a me Giusy Ferreri non dispiace affatto, non ho pregiudizi nei confronti di X-Factor (eddai su c’è Morgan che si sputtana pubblicamente, una vecchia che bestemmia, Simona Ventura con i capelli fluorescenti e quest’anno tre ometti che fanno casino. Come si può trattare male un programma simile?) e Stai fermo lì è anche una delle canzoni che mi piace di più dell’album (basta dire al mio cervello di dimenticare che è stata scritta da Tiziano Ferro) quindi da una parte non si può dire che stia parlando male del video per motivi di pregiudizi e d’altra parte mi veniva naturale aspettarmi un pochino di più da esso.
I precedenti due video di Giusy diretti dal sopraccitato Alemà nonostante non fossero capolavori tutto sommato erano prodotti apprezzabili partivano con la loro ideuccia, la loro fotografia, il loro “stile” e lo portavano avanti fino alla fine.
Cosa che nel video di Morbioli non succede minimamente. Il video inizia con un certo tipo di fotografia, un tipo di movimenti di macchina e un concept “distruggiamo tutto” alla Since U Been Gone di Kelly Clarkson e ci andava anche bene, anzi con una canzone del genere ci aspettavamo tutti qualcosa di simile ma tutto ciò dura solo fino ad un 1,30 poi cambio di registro. Ora la fotografia e fredda e l’atmosfera in stile Lithium degli Evanescence ma non si fa in tempo ad abituarsi al nuovo genere che passiamo ancora a qualcosa di nuovo e anch’esso scollegato ai precedenti. Si passa poi per un breve stacchetto velocizzato (Time-lapse? O qualunque sia il suo nome) come il video di Ray of Light di Madonna prima di passare al marchio di fabbrica di Morbioli ossia l’uso lame della computer grafica per poi raggiungere l’apice del cattivo gusto con “l’allagamento” che dovrebbe farci tornare in mente un video random di Tiziano Ferro (probabilmente quello sul calcio con sottotesti omoerotici).
Insomma sembra proprio che abbiamo trovato l’equivalente italiano di Sophie Muller. Purtroppo.