martedì 30 novembre 2010

Giorno 2

Contre toi: L'opera prima di Lola Doillon è un film ben girato che però trova degli enormi problemi nella sua sceneggiatura e dal lato puramente narrativo. La regista racconta una storia piuttosto banale di sindrome di Stoccolma e lo fa in modo scontato e poco empativo. Già a metà film riesci ad immaginare come andrà a finire. I personaggi si incartano nei loro limiti e sembrano non avere un background abbastanza definito e finiscono per comportarsi in modo inspiegabile. Kristin Scott Thomas riesce a destreggiare bene il suo personaggio, non si può dire lo stesso di Pio Marmaï che dimostra spesso i suoi limiti recitativi.

Infedele per caso: Commedia inglese in concorso, uno dei pochi esempi di ironia sulla religione islamica, e non solo. Tutta la prima parte del film risulta un buon mix di dissacrante e surreale. Purtroppo nel finale perde un po’ di brillantezza puntando più su un umorismo semplice, risultando comunque un buon film.

Tournée: Il mondo del New Burlesque da dietro le quinte. Visto il premio di Cannes per la regia quasi mi aspettavo un continuo di virtuosismi. Invece Amalric si mantiene molto sobrio, usa spesso campi fissi per inquadrare le esibizioni delle protagoniste (vere artiste del Neo Burlesque) spesso da angolature dietro le quinte. Affascinante il personaggio di Joachim, interpretato magistralmente e ottime le performance delle neo attrici e attori.

127 Hours: Boyle non è un regista particolarmente amato in giro ma ha la fortuna di riuscire a tirare fuori un gran bel film coi controcazzi ogni tot di film medi. Ed è questo il caso, da una storia sulla carta infilmabile, Boyle è riuscito a tirare fuori un ottimo film, soprattutto tecnicamente affascinante grazie a delle trovate visive che ricordano in un certo senso Requiem For a Dream. La performance di James Franco è memorabile, soprattutto nella sequenza dello “show televisivo”.

domenica 28 novembre 2010

Torino Film Festival 2010

In diretta dal festival italiano con un pubblico formato dal 90% da accrediti, 9% pubblico col biglietto e 1% di abbonati fessi come il sottoscritto che non riescono a trovare nessuno che gli procuri un accredito.

Suck: Un filmino un po’ inutile in fin dei conti. Si parte dalla premessa di fare un film che parodiasse le tendenze recenti di fare film con vampiri ovunque e qui abbiamo una band che man mano che viene vampirizata diviene sempre più figa. Come dice un personaggio nel film “i vampiri sono fighi”. Per quanto sia lodevole il tentativo di fare dell’ironia su la fissa collettiva di turno senza andare a tirare fuori una triste parodia di tuailait (Vampire Suck), il risultato in questo caso non è particolarmente eccelso.Ci sono dei momenti di piacevole demenzialità, scene divertenti e cammei molto belli (soprattutto quello di Moby) il film comunque non spicca e risulta a tratti ripetitivo e un po’ troppo lungo per le sue potenzialità (nonostante sia di 90 minuti scarsi).Oltre alla demenzialità un altro fattore positivo è il flashback costruito utilizzando spezzoni di un vecchio film con Malcolm McDowell da giovane.

Animal Town: Questa si chiama robaccia noiosa. Sembra quasi la parodia di quello che in occidente viene concepito come film asiatico. Tiritere di nulla ripetitivo. Tentativo di rendere profondo il tutto con un finale fatalistico. Un nudo integrale e una scena di violenza completamente inutili che vanno perfettamente ad adattarsi all’inutilità complessiva del film.