giovedì 13 settembre 2012

Trashetheus


Quest'anno è uscito nelle sale Quella casa nel bosco, un film che si prende gioco dei cliché dei film horror de-costruendoli per dar vita ad un prodotto intelligente ed originale che dà contro alla scarsa voglia dell'industria cinematografica di stimolare il pubblico, a cui spesso viene dato esattamente quello che si aspetta, senza nessuna sorpresa e seguendo i soliti rituali stantii.

A seguire questo rituale è Prometheus, l'atteso ritorno alla fantascienza da parte di Ridley Scott, un regista che ha segnato il genere con due film come Blade Runner e Alien: proprio questo film ripiegava in modo originale il concept della “casa nel bosco” in chiave fantascientifica. Originalità che manca proprio a questo prequel, che invece sembra seguire in maniera pedestre un manuale di cliché del cinema horror in modo da non scombussolare troppo le certezze degli spettatori americani.
La ricetta prevede una bionda bona e accessoria, in questo caso una mai tanto inutile Charlize Theron, e un inteligentone che sa le lingue, conosce la minaccia e sotto sotto un po' è invischiato con il nemico, qui un Michael Fassbender che scopiazza male il personaggio di Ian Holm del primo Alien. Poi servono i nerd stupidi, in questo caso due, caratterizzati talmente male che insieme costruiscono a mala pena un personaggio. E in fine i due eroi: quello che si sacrifica e la protagonista, la vergine, l'unica che può sopravvivere alla bestia.
Voilà il gioco è fatto, lascia morire in modo stupido un personaggio dopo l'altro e abbiamo ottenuto un innocuo horroretto da quattro soldi.
Ma Scott e i due sceneggiatori sciroccati non si sono accontentati, hanno voluto fare le cose in grande, aggiungere al calderone un sacco di personaggi inutili e senza personalità, che magari non hanno nemmeno battute, più l'immancabile nero saggio, che si sacrifica perché di buoni principi, il tutto condito con stronzate new age e una trama inutilmente finta complicata e serializzata per poter piacere il più possibile ai fan di Lost (il film inizia ponendo delle domande che vengono totalmente rimandate ad un secondo o terzo episodio).
Il risultato è talmente ambizioso da risultare fastidioso, noioso e poco appassionante. È difficile provare un minimo di empatia per dei personaggi che nel migliore dei casi sono tagliati con l'accetta, è impossibile non ridere di fronte ai grossolani errori di casting (a cosa serve avere nel cast Guy Pearce se tanto tutto il tempo è truccato (male) da vecchio? Prendere davvero un attore anziano sarebbe stato troppo difficile?), è troppo chiedere allo spettatore di prendere sul serio una trama così pretestuosa e fintamente complicata quasi a voler coprire la troppo evidente formuletta della “casa nel bosco”.

Ho volutamente tralasciato le idiote scelte narrativo-scientifiche (quale normale essere vivente dopo aver visto un alieno serpentiforme invece di scappare gli si avvicinerebbe con la faccia e cercherebbe di toccarlo? Quando mai le tute per gli astronauti sono senza copertura sulle mani?) perché sarebbe davvero troppo sparare sulla croce rossa, così come per i metaforoni religiosi che sono da sbellicarsi e non voglio rovinare la sorpresa a nessuno (dico solo natale, crocifisso, sacrificio e gravidanza indesiderata).
Se ogni capitolo della saga di Alien portava la storia su un nuovo piano narrativo (horror il primo, azione il secondo, thriller il terzo, fumettone il quarto), questo prequel invece vorrebbe riprendere il modello del primo film e rielaborarlo in modo più ambizioso e totalizzante, risultando però solo esteticamente bello grazie alla fotografia di Dariusz Wolski (La maledizione della prima lunaSweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street) e il design di H.R. Giger, ma irrimediabilmente inutile e involontariamente ridicolo.