Homme au bain: Di solito mi piace il cinema di Honoré (in particolare Les chansons d'amour), mentre questo suo ultimo lavoro non mi convince del tutto e da l’idea di essere quasi incompiuto. Dopo un introduzione che definisce in pochi passaggi, soprattutto visivi, i personaggi (dal mezzo stupro alle varie foto hot in giro per la casa) il film si divide come si dividono le vite dei due protagonisti. La parte con Omar Ben Sellem ricorda molto le atmosfere dei precedenti film del regista con un buon lavoro di combinazione di musica e immagini, la storia da questa parte segue Chiara Mastroianni che interpreta praticamente se stessa in giro per gli Stati Uniti. L’altra parte del film si modella sul pornodivo François Sagat, lavorando sulla sua immagine, sul suo corpo mostrato, trattato da una parte come un’illustrazione di Tom of Finland finendo col risultare un personaggio kitsch come diceil professore inglese del film. Questa parte per quanto visivamente al servizio dell’attore, quest’ultimo non dimostra però una profondità espressiva sufficiente per giustificare le azioni del suo personaggio e certi suoi atteggiamenti quasi alla Lost in Translation.
Small Town Murder Songs: Il film ha delle ottime trovate registiche, come l’idea di introdurre le varie parti del film con passi della bibbia, è molto ben interpretato e definisce bene l’atmosfera dei claustrofobiaca della piccola cittadina in cui si svolgono le vicende. Tutto abbastanza buono se non fosse per la mancanza di ritmo e coinvolgimento e di un finale degno di nota. Le vicende infatti si concludono con troppa facilità senza dare un vero e proprio finale che resti impresso.
Napoli 24: Il problema di partenza dev’essere mio, chissà perché mi aspettavo una sorta di Paris, je t'aime in versione napoletana. Il film raccoglie 24 cortometraggi per lo più di registi esordienti e che sfortunatamente per la maggior parte puntano su medium documentaristico con il risultato però di corti che sembrano tanto filmini dei matrimoni e nei casi migliori servizi di telegiornale. Andando un po’ a memoria i corti che avevo apprezzato di più sono quelli di Nicolangelo Gelormini, Paolo Sorrentino e uno in bianco e nero su un tram di cui non riesco a recuperare il nome del regista.
Four Lions: L’idea è sicuramente geniale, fare una commedia sul terrorismo islamico prometteva grandi cose. Il film ha infatti un ottima sceneggiatura, certe situazioni e battute geniali e coraggiose (il corvo kamikaze è da premio). Il cast perfettamente all’altezza della situazione che sprizza una sana demenzialità geniale.
Insomma un buon prodotto con momenti con ottimi momenti di genialità.
Vampires: Mokumentary belga su una famiglia di vampiri che viva tranquillamente tra gli umani. Buona l’idea di portare i vampiri vecchio stile in Belgio e farli vivere accettati dallo stato (tanto che gli offrono volentieri gli immigrati da far “sparire”). La costruzione dei personaggi e delle regole dei vampiro sono buone e reggono bene (tranne il gioco Luna, eccessivamente trash anche per questo tipo di film), ci sono anche un paio di passaggi che di una certo gusto quasi poetico, come la vampira che “guarisce” in Canada. Il finale forse di appesantisce un po’ ma ciò nonostante resta un buon lavoro omogeneo e divertente.
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