C’è da chiedersi perché un gruppo famoso e ormai consolidato a livello mondiale come i lacuna coil si sia ritrovato a girare un video in Italia per Spellbound.
In questo caso, a differenza della mega critica al video di Giusy Ferreri, c’è da dire che il regista Saku è decisamente meglio di Gaetano Morbioli (ok, non è che ci voglia molto), in passato ha realizzato dei video interessanti (So Different per The Niro) ma sfortunatamente in questo caso si porta dietro quasi tutti i difetti tipici dei video italiani.
A sua discolpa possiamo pensare che la Century Media da un lato abbia imposto certi paletti; guardando i vari video delle band prodotte da tale casa discografica si noterà che certi aspetti vengono spesso ripetuti, dall’altra parte sembrano quasi inevitabili certi tipi di inquadrature destinate a Cristina sempre “usata” come una sirena pronta ad attirare giovani metallari un po’ come Vile Vallo mezzo nudo nei video degli HIM ha il compito di attirare giovani pulzelle.
Se però i precedenti registi che hanno lavorato con la band sono riusciti a destreggiarsi tra i paletti e sono riusciti a portare a termine video piuttosto riusciti (a volte più tipo Kal Karman) in questo caso invece ci si accortoccia su se stessi senza uscirne vivi.
Il video presenta i tipici difetti dei video italiani; l’incapacità di gestire una “narratività”, il mettere immagini quasi a caso in modo piuttosto inconcludente con vaga attinenza alla canzone e un fine ultimo di utilizzare il video solo come vetrina per il brano e l’artista senza aspirare a qualcosa di più. Ci troviamo a vedere attori che interpretano vari personaggi senza una logica precisa, privati di una componente narrativa non raccontano nulla, non si evolvono e anche con la spiegazione ufficiale (mostrare vari aspetti dell’essere sotto l’incantesimo di qualcosa) continua ad essere di difficile comprensione.
Di positivo c’è la fotografia “brillante” di Patrizio Saccò (molto simile ad un altro video a cui ha lavorato ossia Sogni risplendono dei Linea 77 e Tiziano Ferro) e certi interessantissimi movimenti ed usi della macchina da presa piuttosto insoliti nel panorama italiano.
Insomma un video italiano girato in stile americano ma non del tutto riuscito, chissà che in futuro i Lacuna non si decidano a scegliersi registi più datatti a loro (Lisa Mann, io tifo per Lisa Mann).
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